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COLLABORAZIONI
LA MEMORIA DELLO SGUARDO

La memoria dello sguardo.
Storia della fotografia nelle province di
Como, Lecco, Sondrio e Varese (1839-1930)
A cura di Ruggero Pini
Impaginazione di Roberto Caccialanza

Pubblicato nell'ottobre 2018



Mercoledì 10 ottobre 2018, presso la Sala Eventi di SpazioComune in piazza Stradivari a Cremona, è stato presentato in anteprima assoluta il corposo libro bio-fotografico intitolato La memoria dello sguardo. Storia della fotografia nelle province di Como, Lecco, Sondrio e Varese (1839-1930). Hanno presenziato il collezionista e ricercatore lariano Ruggero Pini, autore del libro, e Roberto Caccialanza, curatore dell'impaginazione grafica.

Ruggero Pini è scomparso il 4 febbraio 2020 dopo una lunga malattia. In sua memoria la European Society for the History of Photography (ESHPh) ha pubblicato sulla rivista PhotoResearcher l'articolo In memory of Ruggero Pini: friend, collector and researcher (n. 36, 2021).


IL LIBRO IN BREVE...
Nella prima parte è documentata l’evoluzione della fotografia e degli apparecchi fotografici, con una carrellata che tratta dell'evoluzione della tecnica fotografica dalla camera lucida di Talbot (ausilio ottico per il disegno) al fissaggio delle immagini tramite i sali d’argento, metodi Talbotipo e Calotipo, con i quali nasce ufficialmente il processo fotografico.
Viene poi ampiamente trattata l’invenzione del Dagherrotipo, con  gli esperimenti correlati, lo sviluppo della fotografia nel territorio lombardo e nel resto d'Italia, con le prime esposizioni di stampe fotografiche.
La seconda parte del libro (circa 158 pagine) ospita una nutrita e meravigliosa carrellata di vedute, scorci e personaggi di città, paesi e luoghi facenti parte delle province di Como, Lecco, Sondrio e Varese. Vengono proposte riproduzioni di originali realizzati con varie tecniche e formati.
Nella terza parte viene offerta una completa e approfondita sezione biografica a schede sui fotografi attivi nelle quattro province oggetto dello studio di Pini.
La memoria dello sguardo è un vero gioiello; è un libro che ha richiesto vent'anni di studio e una lunga preparazione: lo si percepisce dall’attenzione con la quale è stato curato in ogni sua parte, dalla raccolta del materiale alla sua organizzazione, fino alla stampa.
L’Autore si è avvalso della preziosa collaborazione di collezionisti ed esperti del settore.


PRESENTAZIONE
Il Lago di Como, tappa obbligata dei numerosi viaggiatori del Grand Tour, ospitò un diligente ricercatore inglese, un turista appassionato, studioso dell’immagine e del disegno, ossessionato dalla ricerca di una “reale” raffigurazione del paesaggio che fosse capace di suscitare nel ricordo l’emozione dei momenti vissuti e di restituire tutto l’incanto ed il fascino dei luoghi visitati. Era William Henry Fox Talbot, che nel settembre del 1833 giunse a visitare le località tanto celebrate del Lago cercando di immortalarli con l’ausilio della camera chiara che, proiettando su di un foglio di carta il paesaggio inquadrato nell’obiettivo, permetteva di delinearne i contorni, per poi completare il disegno con l’utilizzo dei colori. Saranno gli scarsi risultati ottenuti con questa tecnica che lo spingeranno a cercare un’altra strada, portandolo ad avere la geniale intuizione di affidare alla luce il compito che l’abilità della mano dell’uomo non riusciva a raggiungere. Dopo alcuni anni, nel 1840, Talbot completerà il suo avveniristico progetto brevettando il processo fotografico. Era riuscito, non senza fatica, a trasformare la luce in immagini, questa volta non più latenti ed effimere, come accadeva sia nella camera chiara che in quella oscura, ma fissate sulla carta e durevoli nel tempo. Aveva così trasformato il paradigma tradizionale della realizzazione delle immagini, fino ad allora identificabili come raffigurazioni pittoriche della realtà, da “manufatto” a “prodotto tecnologico”.
É dunque il Lago di Como il luogo ove è stato posto l’embrione della fotografia; una responsabilità attribuitaci dallo stesso inventore e così rilevante da farci sicuramente meritare un’epigrafe nella storia dell’immagine. É qui che, idealmente, vogliamo collocare la radice di questo lavoro; da un lato per rendere merito all’importanza dei nostri luoghi e dall’altro, attraverso la ricostruzione di una storia dimenticata e la riproposizione di immagini dell’epoca - paesaggi e ritratti - andare alla ricerca delle tracce dello spirito del tempo.
I confini spazio temporali del lavoro sono quelli dell’antica Provincia di Como, che comprendeva anche le province di Lecco e Varese, con l’aggiunta della Provincia di Sondrio, per il periodo che va dal 1839 sino al 1930.
Si è trattato di una ricostruzione storica laboriosa, in qualche caso assimilabile al lavoro dell’archeologo o dell’investigatore: tracce labili, impronte e dati frammentari. E come tale possiamo definirla come l’inizio di una storia che, come tutte le storie, dovrà e potrà essere continuata e arricchita da altri, dentro quella catena invisibile che i ricercatori costruiscono nel loro lavoro. A volte una singola immagine è dovuta essere sufficiente a delineare un percorso professionale, a narrare la storia di una vita lavorativa. Un puzzle iniziato con pochi tasselli e quasi tutti da ricollocare; a questa difficoltà va aggiunta la vastità del territorio oggetto della ricerca, omogeneo sotto l’aspetto politico-culturale ma molto dispersivo e forse troppo ambizioso per un ricercatore “solitario”. Il lavoro è stato svolto essenzialmente su due fronti: da un lato quello della ricostruzione delle biografie di oltre trecento fotografi - salvo poche eccezioni sconosciuti - che in questi territori avevano esercitato la loro professione o che nati qui erano emigrati nel continente e oltreoceano ad esercitarla; dall’altro quello di una trentennale ricerca del loro “materiale”, che nel migliore dei casi è rimasto sepolto tra gli oggetti ricordo, diffuso nei mercati d’Europa e d’America, e nel peggiore distrutto.
Tale discontinuità, e al contempo scarsità di informazioni, si rispecchia quindi nella struttura di questa elaborazione, che procede in parte per singoli episodi, per microstorie: ci è sembrato il miglior modo, e forse il solo possibile, per evitare facili teorizzazioni su di un terreno non sufficientemente consolidato.
Questo lavoro ha l’ambizione di costituire le fondamenta sulle quali, mi piace sperare, verranno elaborate nuove ed entusiasmanti ricerche.

RUGGERO PINI
Autore del libro


INDICE


Incontri im-possibili, di Giovanni Gastel | 7
Prefazione, di Ruggero Pini | 9
Ringraziamenti | 10

La storia della fotografia nelle province di Como, Lecco, Sondrio, Varese (1839-1930) | 13

Note | 41
Cronologia degli studi fotografici comaschi | 44
Documenti | 45

Catalogo delle immagini
Como e provincia | 48
Lecco e provincia | 118
Sondrio e provincia | 154
Varese e provincia | 174

Schede biografiche | 209
Glossario e tecniche fotografiche | 277

Indice generale dei nomi | 281
Indice generale dei luoghi | 285

COME ACQUISTARE IL LIBRO


288 pagine a colori, dimensioni 28x24,5 cm.
copertina morbida 350 gr. soft touch, pagine carta patinata pregiata opaca (Tatami) 170 gr.
Editore: Ruggero Pini
Stampa: Tipografia La Grafica (PC), ottobre 2018

ISBN: 9788898911493


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La ricerca storica,
che divertimento !!!
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