2015-11 - Valerio Ferrari (ricordo) - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
VALERIO FERRARI

Ricordo di Valerio Ferrari
l'ultimo ramaio della provincia di Cremona


Articolo pubblicato il 15 novembre 2015.

Piace ricordare la figura di Valerio Ferrari, il mignàan di 'Terra Amata' (castello Soresina-Vidoni presso il Migliaro), amico scomparso all’inizio del 2002 che venticinque anni prima fu coinvolto nei lavori di restauro della palla del Torrazzo (dentro alla quale è chiusa una padella con la sua firma), forgiò il cono in rame che la sostiene, rifece la croce; in altra occasione modellò le chiarine degli angeli che sovrastano il porticato della facciata della Cattedrale.
Ferrari iniziò l'attività di ramaio sotto padrone. Poi, divenuto esperto ("püsèe bràao de 'l me padròon"), si mise in proprio occupando una porzione della cascina nei pressi della propria abitazione, dalla quale ben presto dovette andarsene a causa del rumore provocato dalla lavorazione del metallo. Trovò una collocazione ideale nei pressi di 'Terra Amata', fra il Migliaro e Castelverde, in una stanza resa suggestiva dalle pareti completamente annerite dalla fuliggine e dai fumi acri sprigionati dalla cottura del rame che, illuminati dal sole, davano una sensazione di spettralità… sembrava di vivere in un’altra epoca.
La fucina era colma di martelli di differenti forme, incudini, pinze per la fucina, e di oggetti curiosi come i macàachiinvenzione di cui andava fiero (forse dal cremonese macàa, ammaccare), erano curiosi oggetti in legno con una estremità molto allungata e ricurva -simile al becco di un pappagallo-, che arrivava dove gli altri martelli non potevano.
Era curioso seguire le procedure, lente ed accurate, per restituire forma -ad esempio- a un grosso paiolo partendo da una lastra di rame assolutamente piatta "fàta còozer in sö 'l fóoch e lauràada cu 'l martél fìna a fàaghe ciapàa la fùurma, che pò ghe se tàca el cüül cu 'i ciòot de ràm, chéi fàt a màan", fino a completarlo con tanto di orlo e manico per poter essere appeso di nuovo in chissà quale camino e sfornare chissà quali delizie.
Ferrari faceva sempre notare di essere l’ultimo ramaio nella provincia di Cremona e uno dei pochi ancora attivi in un’ampia area fra Lombardia ed Emilia Romagna. Diceva spesso: "uramàai ghe n'è pö de mignàan in gìir. Mé sùunti 'l ööltim!".



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che divertimento !!!
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