2015-01 - Franco Rizzi: Milano bombardata - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
MILANO BOMBARDATA

Il bombardamento di Milano del 1943
nelle straordinarie fotografie di Franco Rizzi


Articolo pubblicato il 4 gennaio 2015.

In apertura dell’anno che viene universalmente dedicato alla commemorazione delle Guerre Mondiali si propongono alcune splendide immagini scattate dal fotografo amatore cremonese Franco Rizzi durante il bombardamento di Milano del 1943.

Franco Rizzi, nato a Crotta d’Adda nel 1905, diplomatosi perito elettrotecnico, nel luglio 1939 si trasferì a Sesto Calende dove fu assunto quale ispettore dell’ufficio acquisti della ditta SIAI-Marchetti (la grande fabbrica di aeroplani). Ogni innovazione tecnica lo affascinava: fabbricò la prima radio-galena di Cremona; costruì da solo un motoscafo e lo varò nel Po; in casa realizzava tutto quanto potesse essere utile… E -spesso- il bagno di casa si trasformava in laboratorio fotografico. Maria, la moglie di Rizzi (deceduta nel 1995), custodì i negativi e i positivi usciti dalla camera oscura...
Il figlio Sandro trovò un pacchetto di fotografie stampate su carta camoscio, formato 9x14, rimasto per anni in un cassetto, tra le cose preziose di famiglia. Si vedono case sventrate, macerie, fumo di incendi, fabbriche scoperchiate con i macchinari anneriti, gente inebetita accanto alle suppellettili recuperate. Sono le immagini dei bombardamenti subiti da Milano nell’agosto del 1943. Franco non era un professionista, ma la fotografia, con la radio e la meccanica, era una delle sue grandi passioni. Andava ogni giorno da Sesto Calende a Milano. La Leica lo accompagnava sempre. Di fronte a quello scenario di devastazione, scattò cinque rullini. Purtroppo, neanche due anni dopo, morì (1845). Il regista Lamberto Caimi, che dalle foto ha tratto lo spunto per la storia raccontata in ‘Desmentegàss, molti non ricordano’ (2003), ha setacciato strade e piazze per far coincidere il ‘come è’ con il ‘come era’.
A Milano, che dall’inizio della guerra era stata bombardata nel ’40 e più pesantemennell’ottobre del ’42 e nel febbraio ’43, tra l’8 e il 16 agosto subì quattro incursioni notturne: 916 bombardieri britannici Lancaster e Halifax sganciarono in tutto 2.600 tonnellate di bombe. I morti accertati furono un migliaio, più di mille i feriti, 250 mila i senzatetto. In città ci saranno state all’epoca 7-800 mila persone, perché dopo l’attacco del febbraio 300.000 milanesi erano sfollati. Colpiti il Duomo, lo Scala, il Palazzo Reale, la Stazione Nord, la chiesa di San Babila, la basilica di Sant’Ambrogio, Santa Maria delle Grazie (ma L’ultima cena di Leonardo, protetta, miracolosamente non fu toccata). In piazza del Duomo i pompieri stavano ancora spegnendo l’incendio del palazzo Galtrucco e Rizzi era lì, all’angolo di via Orefici: era vietato fotografare, ma un appassionato come lui non poteva fermarsi, il momento era unico, irripetibile; continuò il giro tra i fornitori della Ditta che, per il tipo di produzione, aveva importanza strategica. Un giorno, appena dopo un attacco, gli sequestrarono il furgoncino per portare in ospedale i ferti e perciò iarrivò a casa molto tardi. Tutti erano in angoscia, si sapeva che a Milano c’erano state vittime, ma non era stato possibile avere sue notizie, né lui aveva potuto mettersi in comunicazione.
Rizzi fece molte fotografie dall’interno dell’auto: non ci si poteva fermare senza violare il dolore di quelle donne sedute accanto alle poche masserizie strappate ai calcinacci. Una sequenza senza retorica di particolari agghiaccianti, ma non meno drammatica nella sua essenzialià. Ovunque una patina spessa di polvere e cenere.

Letture consigliate: R. Caccialanza, Fotografi a Cremona fra l’Ottocento e il Novecento, Fantigrafica, Cremona 2010 e da R. Caccialanza, Fotografie Cremonesi, Fantigrafica, Cremona 2005; F. Rizzi, Desmentegass. Molti non ricordano: Milano agosto 1943, L'Ippocampo, Genova 2003.


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