CREMONA AMARCORD
GUIDA DI CREMONA 1903

Curiosità dalla Guida di Cremona del 1903
Articolo pubblicato il 22 novembre 2015.
Il Comune contava 38000 abitanti. In città c’erano nove alberghi: l’Italia e il Cappello, in Corso Campi, il Roma (piazza Roma-via Manzoni), il Pavone in via Beccherie Vecchie (odierna Strada Solferino), il Fontana in via Osterie (oggi via Torriani), il Montone in Corso Garibaldi, il San Marco in Corso Umberto I (Corso G. Matteotti), il Varese in via Ala Ponzone e infine il Pesce d’Oro in via Beltrami.
I concerti musicali si tenevano nei giardini di Piazza Roma ogni martedì, giovedì e domenica sera d’estate, e ogni giorno festivo d’inverno.
La Guida segnalava la presenza di sei stabilimenti fotografici, ossia quelli di Ettore Bertani (piazza Vida), la ditta ‘Aurelio Betri e figlio’ (via Mazzini-angolo via Caprera, autore delle immagini che corredano il presente articolo), Giuseppe Betri (Corso Garibaldi), Gerola e Boni (Corso Garibaldi), Amedeo Salanti (Corso Garibaldi) e Romano Zanicotti (Corso Campi).
Il mercato si teneva, proprio come oggi, il mercoledì e il sabato, ma in piazza del Comune.
La chiesa dei SS. Donnino e Carlo in via Bissolati era ancora aperta. Al suo interno si trovavano opere pittoriche di un certo rilievo: il Padre eterno con gloria d’angeli (e in basso la Vergine col Bambino, S. Anna, S. Giuseppe, S. Gioacchino, nonché un Santo monaco), attribuito a Francesco Boccaccino, al secondo altare di sinistra; i quadretti sui quali erano raffigurati diversi miracoli operati dalla Madonna di Caravaggio, di Angelo Massarotti (quarto altare di sinistra); nel coro, dietro all’altare maggiore, il quadro della Madonna, S. Bernardino e S. Donnino in abito da soldato, di Bernardino Campi; vi erano poi gli affreschi attribuibili a Giovanni Battista Zaist che ornavano esternamente la cappella del citato secondo altare. All’ultimo altare, vicino alla porta di destra entrando, si trovava un’antica immagine di Maria Vergine (attribuito a Giacopino Marasca, pittore cremonese in auge intorno al 1430) che si trovava anticamente nella demolita chiesa dei SS. Simone e Giuda e trasportata in S. Apollinare quando fu demolita; ma il 13 novembre 1805, soppressa anche quest’ultima, il dipinto fu collocato nella chiesa dei SS. Donnino e Carlo.