2015-06 - Esposizione 1910 - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
L'ESPOSIZIONE DEL 1910

L'Esposizione d'Arte
nel Palazzo Stanga (1910)


Articolo pubblicato il 7 giugno 2015.

Promossa ed organizzata dagli ‘Amici dell’Arte’, fu allestita nella magnifica cornice del palazzo che i marchesi fratelli Antonio, Ferdinando e Idelfonso Stanga, avevano messo a piena disposizione del Comitato esecupresieduto dal nob. dott. Annibale Grasselli.
Appena entrati nell’ampio cortile d’onore si ammirava -sulla maestosa parete di fronte- la larga raccolta delle celebri terrecotte cremonesi, che rivaleggiano ancor’oggi con quelle del palazzo Fodri, e coprono con robusta composizione tutta l’alta facciata. A sinistra del largo porticato si apriva il grande scalone opera del Rodi; sugli arditi archi si slanciava la cupoletta ovale, di cui lo scorcio prospettico era assai notevole. L’ingresso dell’appartamento nobile mostrava le grandi e massicce porte di quercia finemente scolpite dal Brusa, difese da belle teste di leone.
L’Esposizione d’Arte Cremonese era raccolta in una vasta galleria e in quattro sale e suddivisa nelle sezioni di pittura moderna e retrospettiva, scultura, arte applicata, industrie femminili e fotografia.
Le mostre individuali delle opere del Colombi e del Carnevali (Piccio) costituirono di per sé una suggestiva raccolta di opere mirabili: si giudicò che quest’ultima era riuscita, a Cremona, meglio di quella tenuta nel 1909 alla ‘Permanente’ di Milano in quanto arricchita di magnifiche tele non esposte nel capoluogo lombardo che per l’occasione i proprietari privati avevano messo volentieri a disposizione del Comitato locale. Furono esposte opere di pittori, scultori e decoratori: fra i pittori Massimo Galelli (decoratore del Casino di Montecarlo), Antonio Rizzi (acclamato maestro d’Arte e all’epoca direttore dell’Accademia di Perugia) e Vespasiano Bignami (stimato professore presso l’Accademia di Brera); fra gli scultori il Secchi (autore del monumento al Parini e a Mac-Mahon a Magenta) e il Danielli, “uno dei più squisiti modellatori”.
L’Esposizione fu anche un’ottima occasione per rivedere ed ammirare i tesori di arte pittorica, architettonica e decorativa di Cremona, da molti dimenticati o addirittura ignorati: dagli affreschi e le tele del Boccaccino alle opere del Campi, di Sofonisba Anguissola… Tutto ciò fu rievocato dal celebre archeologo e storico dell'arte Corrado Ricci che volle personalmente inaugurare la mostra d’Arte Cremonese con un proprio contributo critico.


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