2015-05 - L'assedio di Cremona del 1648 - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
ASSEDIO DI CREMONA 1648

L'assedio a Cremona dei Gallo-Sardi-Estensi
del 1648 in due incisioni (inedite ?)


Articolo pubblicato il 31 maggio 2015.

Domenico Gamberti, padre gesuita, in “un grosso volume in foglio” intitolato L’Idea di un Principe ed Eroe Cristiano narrò le gesta e la vita di Francesco I d’Este che guidò l’assedio a Cremona nel 1648. Il libro era illustrato con numerose tavole incise all’acquaforte.
Nelle raffigurazioni (inedite?) che si propongono viene descritto l’assedio di Cremona “fatto dai Gallo-Sardi-Estensi” nel periodo luglio-settembre di quell’anno.

Nelle Memorie storiche della città di Cremona Lorenzo Manini racconta che già nel 1647 “varii battaglioni d’infanteria Lombarda, Napolitana, Spagnuola, Tedesca e cinque squadroni di cavalleria vennero introdotti in Cremona, che con prestezza fu provveduta in quantità di grano, di munizioni, di attrezzi militari. La milizia urbana prese l’armi, e fu rinforzata da parecchie schiere di contadini. Per incoraggiare i poveri e gli artigiani al travaglio ed alla difesa della patria si stabilì dal pubblico di provvederli di vitto durante l’assedio. Nel primo di ottobre comparve l’armata collegata alla vista della città; la sua vanguardia si dispose nel convento di S. Rocco de’ frati Serviti, che allora esisteva nel luogo detto ora Mulino di S. Rocco in vicinanza della Porta Mosa. Le pioggie dirotte, che caddero per più giorni, e le acque disalveate, che allagarono il convento e le campagne vicine, obbligarono l’inimico a decampare dalla sua impresa ed a ritirarsi…”.
Una nuova occasione si presentò il 20 luglio 1648 quando Francesco e il suo esercito si avvicinarono a Cremona accampandosi a Casanova del Morbasco, Costa S. Abramo, Cavatigozzi, Picenengo, Migliaro e Lazzaretto. Le truppe assaltarono le mura della città e in particolare il Castello (dal canale Rodano), ma furono respinte con mine e colpi di cannone. Dopo quasi tre mesi di battaglie e la perdita di 10000 uomini senza peraltro riuscire a conquistare la città, Francesco si ritirò a Casalmaggiore.
La vittoria degli assediati fu riconosciuta al generale De Benavides, al quale i cremonesi tributarono la Corona di Gramigna. Inoltre all’interno di una parete di porta Mosa fu posta una pietra con un elogio in latino: “ALOYSIO DE BENAVIDES MARCH. CARACENÆ / MEDIOL. GVBERNAT. INSVBRIÆ RESTITVTORI / HISPANO ALCIDI / TRICIPITIS GERYONIS VICTORI / GALLI SABAVDII MVTINENSIS / HERCYLEÆ ARCIS DEFENSORI / MOENIVM RESTAVRATORI P. P. / CREMONA OBSIDIONE LIBERATA / GRAMINEAM CORONAM DM. Q. S. P. / ANNO XP. MDCLVI”.

Su un un muro della chiesa di S. Croce fu posta altra iscrizione in lingua spagnola (qui tradotta): “Mercoledì 22. Luglio 1648. / Questo Castello Fv Attaccato Dagli Eserciti / Di Francia Di Savoia E Di Modena / I Qvali Ne Continvarono L’Attacco Per 86. Giorni / Con Gloria Incomparabile Sostenvuto Dai Difensori. / Si Tirarono Dalla Nostra Parte 9m. Colpi Di Cannone / E Da Qvella De’ Nemici Più Di 18m. / La Maggior Parte Con Palle Di 60. Libbre / Dve Delle Quali Entrarono In Qvesta Chiesa / Per Le Finestre Senza Scomporre In Essa / Neppvre Vn Qvadrello. / Miracolo Della SS. Vergine N. S. / Alla Qvale Si Devono Dell’Vno E Dell’Altro Le Grazie / A Di Cvi Perpetva Memoria E Devozione / Verso Qvesta Santa Immagine / Si E’ Fatta La Presente Dichiarazione / Ponendo Al Lato Del Svo Venerabile Altare / Le Medesime Palle. / L’Avvenimento E’ Successo / Essendo Governat. E Capit. Generale Di Qvesto Stato / L’Ecc. Sig. Don Lvigi De Benavides / March. Di Fromista E Caracena, Con. Di Pinto ec. / Ed Essendo Governatore Di Qvesta Città / E Comandante di Qvesto Castello Per Sva Maestà / Il Ten. Gener. Di Cavall., Degli Ord. Milit. Di Spagna / Don Alvaro De Qvinones / Cav. Dell’Ord. Di S. Iago Commendat. Di Aqvilareia / Del Cons. Svpr. Di Gverra E Collater. Di Napoli”.


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