2015-05 - Il Re a Cremona (1923) - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
IL RE A CREMONA

Settembre 1923: il Re visita Cremona
per celebrare la sagra del Lavoro


Articolo pubblicato il 3 maggio 2015.

A distanza di una ventina d’anni dalla sua ultima visita, il Re Vittorio Emanuele III fu a Cremona alla fine di settembre 1923, preceduto di qualche ora dall’arrivo del ministro De Stefani, proveniente da Borgo San Donnino (odierna Fidenza), che si occupò di supervisionare gli ultimi preparativi. La città era stata agghindata fino dalle prime ore del mattino: le vie erano pavesate sfarzosamente, dai balconi scendevano ricchi drappi tricolore, le finestre erano decorate con festoni verdi e palloncini multicolore alla veneziana, le vetrine allestite e illuminate in coreografie tricolori, i muri letteralmente tappezzati di manifesti inneggianti al Sovrano; persino il Torrazzo aveva la sua grande bandiera, posizionata dal pompiere Cavalleri; tutte le case lungo il percorso erano state imbiancate, restaurate, dipinte, le porte riverniciate, gli ottoni lucidati (si commentò che “ci voleva proprio la visita del Re per riassettare un poco le case dall’intonaco scrostato” e per ripulire gli uffici pubblici…).
Il treno che trasportava il Sovrano giunse alla Stazione ferroviaria alle 13:30 precise. Una volta sceso, Vittorio Emanuele fu accolto dalle note della Fanfara e dalla Marcia Reale suonate dalla banda del 70° Reggimento fanteria; sotto la tettoia erano schierate una compagnia d’onore con bandiera, un gruppo della Milizia ferroviaria, gli ufficiali in congedo e numerose squadre di Carabinieri. Il Re scese rapidamente dal treno, si intrattenne qualche minuto prima con il Ministro e in seguito con le Autorità, passò in rivista i reparti allineati, poi si diresse nell’atrio della Stazione per presenziare al primo appuntamento della giornata: la cerimonia di inaugurazione della lapide in onore dei ferrovieri cremonesi caduti in guerra.
Sul piazzale lo attendeva un’autovettura che si pose in terza posizione del lunghissimo corteo (più di una quindicina di veicoli): accanto al Re sedevano il ministro De Stefani, il sindaco di Cremona Mandelli, il primo aiutante di Sua Maestà e il generale Cittadini. Passando per Corso Garibaldi, Corso Campi, e Corso Stradivari, il corteo raggiunse il Municipio. Vittorio Emanuele fu accompagnato nel Salone dei Quadri passando dallo scalone d’onore decorato con trofei di bandiere, piante sempre-verdi e palme. La Sala della Giunta era stata trasformata in sala di ricevimento, arredata con mobili forniti dai marchesi Stanga. Qui si tennero i discorsi di benvenuto delle Autorità locali.
Alle 15 il Re, accolto da una folla in festa lungo il tragitto, visitò la Mostra Zootecnica presso il Foro Boario. Poi si recò alla Camera di Commercio (all’epoca si trovava in Corso Stradivari), ospite del commissario cav. Rossi. Alle 17:30, dopo gli ultimi saluti, Vittorio Emanuele salì sul treno che lo avrebbe riportato a Racconigi.


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