2015-04 - La supertangenziale - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
LA SUPERTANGENZIALE

Il progetto di supertangenziale
degli anni Sessanta-Settanta


Articolo pubblicato il 19 aprile 2015.

Nel novembre 1971, in concomitanza con l’inaugurazione del tratto autostradale Piacenza-Cremona-Brescia, il maggiore periodico locale annunciò che era ormai prossimo un ulteriore “passo in avanti per togliere dall’isolamento la città e le zone limitrofe”: infatti erano già in corso i lavori per realizzare parte della tangenziale est, che avrebbe collegato la Strada Statale della via Mantova con la via Giuseppina affiancando parallelamente l’autostrada. Il progetto rientrava nell’idea più ampia e ambiziosa di una ‘supertangenziale’.
L’ing. Giuseppe Salvadori, dirigente del Comune di Cremona, spiegò che l’idea di questa grande infrastruttura aveva avuto origine qualche anno prima (si veda la relazione sul n. 5 di ‘Colloqui cremonesi’, luglio 1968), con lo scopo di unire i poli dell’area portuale e della nuova autostrada, sviluppandosi da ovest verso est in un percorso che avrebbe avuto il punto più settentrionale oltre la frazione del Boschetto, quindi disegnando una cintura esterna rispetto alla tangenziale che noi percorriamo oggi. La tangenziale est avrebbe raggiunto le sponde del Po e attraversato il fiume in direzione Castelvetro grazie a un viadotto a monte di quello autostradale, unendosi poi alla Strada Statale per Piacenza nell’area oggi occupata dal supermercato ‘Bennet’.
Lo studio fu portato avanti dai tecnici delle Amministrazioni Comunale e Provinciale nonché della Società ‘Autostrade Centro Padane’. Quest’ultima affidò l’appalto all’Impresa Collini, ma solo per il tratto compreso fra le vie Mantova e Postumia: l’ing. Salvadori rimarcò l’incongruenza della decisione, avendo preferito che si fosse proceduto con la realizzazione dell’intero progetto, dato che le parti avevano già preso “pubblicamente” gli impegni finanziari.
La ‘supertangenziale’ avrebbe risolto molti dei problemi viabilistici della città, ma rimaneva l’incognita del passaggio a sud. L’ing. Salvadori dichiarò che “l’idea, a suo tempo affermata, per un nuovo ponte sul Po a valle della città ma a monte di quello autostradale, venne giudicata favorevolmente dal Compartimento ANAS di Milano e presa in considerazione dalla stessa Direzione generale dell’Azienda delle strade (ANAS, ndr). Evidentemente il favore dell’Organo di Stato a questa soluzione va ricercato nel fatto che con questa arteria ed il relativo ponte sul Po si verrebbe a ripristinare, con percorso totalmente esterno all’abitato, la continuità della SS n. 10…”.


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