2015-03 - Il castello di Santa Croce (inventario) - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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CREMONA AMARCORD
IL CASTELLO DI S. CROCE

Tra forcine e cadreghe
Ecco l'inventario del castello di S. Croce (1545)


Articolo pubblicato il 1° marzo 2015.

Agli inizi del Novecento, mentre gli ultimi ruderi del Castello di S. Croce stavano scomparendo “sotto il piccone demolitore”, furono rispolverati alcuni atti notarili rogati nel 1545 riguardanti l’inventario delle masserizie e suppellettili del defunto castellano Pietro Antonio Gardano, e l’inventario delle armi, delle munizioni e vettovaglie esistenti nel Castello, allora ancora celebre e ritenuto il secondo d’Italia dopo quello di Milano.

Fra l’argenteria troviamo forcine (ovvero forchette, rare all’epoca pur se – in Italia – stavano cominciando a entrare in uso, a differenza di altri Paesi nei quali si mangiava ancora portandosi i cibi alla bocca con le mani); bacili e boccali, tazze, candelieri, “18 cuchiari de diverse manere”,cortellere, “10 cortelli da tavola”, 22 coltelli piccoli da tavola.

Fra la mobiglia si annoverano “7 cadreghe fornite di corame morello alla veneziana (cioè riccamente dorate o dipinte)”, tavole di noce con e senza intagli, “7 banchette dipinte colle armi dei Gargano”.

Numerosi forzieri servivano per riporvi la biancheria, gli abiti ed i libri, ecc.: sei erano coperti di vacchetta, due di “corame peloso”, altri due di “albera” (legno) dipinti colle armi dei Gargano, due dipinti alla veneziana (cioè con dorature e pitture a tinte assai vivaci), un credenzone grande, che serviva per le vesti del castellano, dipinto colle armi dei Gargano.

Il corredo della stanza da letto era composto di tredici lettiere di diversa forma. A quell’epoca i letti poggiavano sopra un alto gradino di legno, lunghe cortine scendevano da un piccolo padiglione appeso al soffitto o da un padiglione formato da quattro colonne; le cortine erano di raso, di tela, di vario colore con ricami. Questi padiglioni si chiamavano sparvieri, moschetti, capoceli (negli inventari cremonesi). L’inventario segnala anche ventisette materassi di lana “et borra com bombace”, coperte da letto, “12 cavezzali di penne, borra, bambagia e lana”, tre paia di “lenzuoli sottili ammezzati” e diciassette lenzuola di tela…

Fra gli oggetti d’uso personale del Castellano sono elencate undici “camicie operate” e 2 “non operate”, undici “panicelli over sugamani lavorati di seta nera”, un accappatoio di “cendale turchino con le sue ternette d’oro per adoperar quando si pettina, 18 scoffiotti da notte lavorati de seta di diverse sorte, 63 faccioletti lavorati di seta e di diverse sorte”.

Biancheria da tavola: diciotto tovaglie di refe “lavorati alla parosina e 121 altri parosini” e una tovaglia parosina “fatta in Cremona di braccia 40”.

Il vestiario del Castellano, ricco ed elegante, di stoffe a colori vivaci, era composto dalla veste (l’abito completo), formata di due o tre tessuti diversi di differenti colori, ricamata e decorata in fondo da balzane o frappe di raso, di velluto o di pelle e foderata di seta, di sargia, di pelli, di velluto o di raso. Le balzane erano guarnizioni poste intorno all’orlo inferiore del vestito. Fra gli indumenti invernali un tabarro di panno nero col bavero di velluto di panno di Fiorenza e uno di panno di Fiandra con bavero di panno di Fiorenza, oltre a una capa (sopraveste munita di cappuccio portata dagli uomini e dalle donne) di panno di Fiorenza, un zuppono (tunica con maniche, chiusa che non arrivava al ginocchio e stretta alla vita da una cintura), e 5 sbernie rosse alla galeotta (mantelli con maniche per ripararsi dal freddo). Inoltre due berrette di velluto e 3 cappelli, due paia di stivali di vacchetta, e i gioielli: un rubino piccolo, un anello con agata, una turchina.

Figurano nell’inventario due quadri grandi: il ritratto del Duca Francesco Sforza e un quadro rappresentante Adamo ed Eva.

L’armeria del Castellano era costituita da un corsaletto (corazza con segno della croce e aquila, munita della gola), un’anima battuta col suo morione, una corazzina coperta da raso nero con chiodetti indorati, corsaletti con gole, venti morioni (sorta di armatura del capo con testa rialzata davanti e di dietro e cresta molto rialzata), 4 alabarde, 10 picche, 2 zagaglie, 10 alabarde tedesche, 19 archibugi, 2 archibugi da rotta “coi fornimenti”, 7 spade, 2 coltelle, 3 scimitarre; 4 fiaschi di corame.

Infine nella scuderia, fra gli altri, “1 corsiero della razza del Re e da altri due cavalli”, tre puledri, due muli…


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