2011 - Yasuzo Nojima + QUATTRO - ©2024 Roberto Caccialanza | Ricerca, fotografia, pubblicazioni, mostre

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RECENSIONI MOSTRE
YASUZO NOJIMA + QUATTRO

Yasuzo Nojima, un maestro del Sol Levante
+ QUATTRO (Barbieri, Fossati, Guidi, Niedermayr)


Una mostra organizzata dalla ‘Fondazione Fotografia’ di Modena nel 2011.

Modena, grazie alla ‘Fondazione Fotografia’ – ‘Fondazione Cassa di Risparmio di Modena’, ospita ormai da anni, a ciclo continuo e spesso in due sedi contemporaneamente, splendide mostre sia di fotografia moderna che del passato, sempre ad altissimo livello.
Lo scorso sabato 26 marzo sono state aperte due nuove esposizioni, Quattro (Barbieri, Fossati, Guidi, Niedermayr), presso l’ex Ospedale in largo Sant’Agostino 228, e Yasuzo Nojima, un maestro del Sol Levante fra pittorialismo e modernismo, ospitata presso il Fotomuseo ‘Panini’ di viale P. Giardini 160, realizzata in collaborazione con il MoMAK (museo nazionale di Arte moderna di Kyoto) e con la ‘Japan Foundation’.
Si tratta di esposizioni del tutto differenti l’una dall’altra ma egualmente interessanti per le opere presentate. Personalmente ho apprezzato in misura nettamente maggiore la prima, tuttavia -come si dice sempre- il gusto per la fotografia è individuale... e su questo no si discute!
Suggerisco di iniziare la visita da Quattro, una mostra che raccoglie opere di autori italiani contemporanei: Olivo Barbieri, Vittore Fossati, Guido Guidi e Walter Niedermayr, al quale è dedicato maggiore spazio. Di Barbieri sono da segnalare le stampe ink-jet ai pigmenti su carta cotone di grande formato come Site specific_Napoli 09,2009 (uno svincolo autostradale visto dall’alto e ‘sintetizzato’ nelle forme e nei colori essenziali) e Site specific_Firenze 09,2009 (le tribune di uno stadio viste da posizione elevata con un gioco di chiaro-scuri bianco-nero di grande impatto visivo); Fossati presenta immagini a colori racchiuse in passe-partout con finestra rotonda (definito dalla critica un “occhio ancestrale”), tutte ambientate nelle aree limitrofe al Po; Guidi ritrae e denuncia da molti anni il degrado della provincia in scatti-reportage crudi e realistici; infine Niedermayr presenta una serie di gigantografie stampate con ink-jet ai pigmenti su carta cotone con paesaggi scomposti in più parti e separati da altrettante cornici: Bildraum S240 (2010) è un edificio con linea sinuosa orizzontale diviso in tre sezioni, così come Glacier des Bossons 2 (2009), un gruppo di persone su un promontorio roccioso è al cospetto di un enorme ghiacciaio… separato in tre. Le immagini seriali di Niedermayr sono caratterizzate dalla presenza ossessiva di toni chiari, spesso del bianco candido, che occupano dalla metà ai tre quarti dell’inquadratura. I quattro autori si raccontano in altrettanti video-documentari, inoltre sono presenti numerose installazioni visive di video-opere realizzate dai medesimi.

Le immagini del giapponese Yasuzo Nojima (1889-1964) sono tutt’altra cosa. Oltre che essere semplicemente splendide, insegnano molto: è fondamentale vederle dal vivo per capire come un vero maestro della fotografia sa disporre le luci e il soggetto, definire l’inquadratura, fotografare, sviluppare e stampare… e nel caso di Nojima, lasciatemi dire, c’è da leccarsi le dita! Non importa il numero delle immagini esposte perché senz’altro, a fine mostra, verrà il desiderio di rivederle… e rivederle ancora. Si tratta di fotografie realizzate e stampate dallo stesso Autore nel periodo che va dal 1912 al 1940 circa, con una rappresentanza maggiore fra il 1930 e il ’33: per la maggior parte sono esposte stampe realizzate con la tecnica del bromolio (in parole povere consisteva nel cospargere la carta con inchiostri grassi che andavano a depositarsi solo nelle zone scure dell’immagine) e della gelatina al bromuro d’argento. Nelle prime, in particolare, appare evidente la straordinaria capacità pittorialista di Nojima che è stato un degno rappresentante di questa corrente stilistica, di certo in Giappone ma anche e soprattutto a livello mondiale. Le sale modenesi nella primavera dello scorso anno avevano dato un esempio di pittorialismo italiano, ospitando le fotografie di Salvatore Andreola, artisticamente e anagraficamente contemporaneo di Nojima (non è certo questa la sede per fare eventuali raffronti e analisi). Nel visitare la mostra di Nojima ho trovato particolarmente indicative alcune fotografie, come: Tulips – Ginrelka e Foglie d’erba Susukia Karuizawa (stampe alla gelatina bromuro d’argento, 1940); Miss Chikako Hosokawa, l’immagine utilizzata per la copertina del catalogo e dei materiali promozionali (bromolio, 1932); gruppo di ritratti al bromolio, primi piani della Modella F. (1931); Principio d’autunno (bromolio, 1930); le nature morte (bromolio, 1927-1930).
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La ricerca storica,
che divertimento !!!
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