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STORIA DELLA FOTOGRAFIA A CREMONA
CIRILLO BERTAZZOLI

Cirillo Bertazzoli
il pittore della fotografia


Articolo pubblicato sulla rivista "CremonaProduce" n. 2/2011 (marzo-aprile).

La mostra Fotografie Cremonesi del 2005 fece registrare il record assoluto di presenze nel Centro Culturale San Vitale: oltre 2400 visitatori (già da allora, evidentemente per motivi di opportunità, qualcuno si prodigò nel far passare in secondo piano o sminuire quella esperienza, principalmente per il fatto che fosse legata al proposito di istituire un archivio fotografico storico di Cremona). Quella esposizione mostrò ai cremonesi quanto avevano saputo fare alcuni loro concittadini nel campo della fotografia nei decenni precedenti: furono esposte opere di Aurelio Betri, Giovanni Casella, Torquato Zambelli, Ernesto Fazioli, Giovanni Negri, Franco Rizzi, Antonio Persico, Guglielmo Barberio, Roberto Tessaroli, Pino Pozzi, Rosanna Ghisi e Dante Guarneri di Cremona, oltre agli autori provenienti dalla provincia come il Circolo Fotografico Soresinese, Giancarlo Gallina, Giampietro Cappellini, Ernesto Osti, Luciano Ferrari, Desiderio Giuseppe Bernabè, Plinio Gandolfi, Antonio Respini, Pietro Teso. In tutto ventuno fra i migliori autori del panorama provinciale. Naturalmente al termine della mostra tutte le opere furono restituite ai legittimi proprietari.
Per motivi non dipendenti dalla volontà dei promotori dell’iniziativa, Roberto Caccialanza e Lauro Guindani, nella rosa dei nomi ne mancò uno in particolare, un Autore fondamentale nella storia fotografica di Cremona: Cirillo Bertazzoli. Immediatamente dopo Fotografie Cremonesi i famigliari si dichiararono favorevoli per mettere a disposizione l’archivio di Bertazzoli al fine di realizzare una mostra personale, ma da allora numerosi ostacoli ne hanno impedito sia la presentazione al pubblico che la pubblicazione in catalogo. Grazie al Gruppo Fotografico Cremonese, Benemerito della Fotografia Italiana (BFI), è stato possibile allestire l’esposizione Cirillo Bertazzoli, il pittore della fotografia, che è la naturale continuazione del progetto Fotografie Cremonesi: 88 immagini a colori in formato cm 30x20 e 30x40, scelte fra le migliori realizzate da Bertazzoli fra gli anni ’50 e ’70 del Novecento. La mostra è stata aperta con ingresso libero dal 7 al 22 maggio 2011 presso le sale dell’ADAFA in via Palestro 32.



Clicca sul microfono per ascoltare l'intervista su Radio JTJ del 20 maggio 2011
(inizia al minuto 1:30)


Cirillo Bertazzoli (1902-1979) frequentò per quattro anni l'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Ettore Tito, diplomandosi nel 1923 (nel frattempo vi lavorò presso botteghe antiquarie per mantenersi indipendente dalla famiglia). Trascorse alcuni anni a Salsomaggiore (dove si procurò da vivere, insieme al grande amico Renzo Botti, assumendo lavori di dipintura e restauro presso le Terme), in alcune occasioni fu inviato dal prof. Tito a Pejo per eseguire lavori pittorici (Bertazzoli portò con sé il fratello Foscolo con l’intento di avviarlo alla pittura e alla fotografia sviluppandone le promettenti capacità artistiche); una volta rientrato a Cremona proseguì la collaborazione con Botti, insieme al quale animò un gruppo di artisti pittori e scultori alternativo alle associazioni e istituzioni ufficialmente riconosciute; si presentò al grande pubblico in occasione della II Esposizione del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia (1929), con il dipinto Case di Celentino, e alla Biennale di Venezia del 1930 con altre due opere. Negli anni Trenta cominciò ad avvicinarsi alla fotografia, pur mantenendo stretti e fruttuosi contatti con pittori cremonesi (Bonacina, Bugada, Guarneri, Sartori) e non; inoltre il proprio lavoro lo avvicinò alle arti grafiche. Nel 1935 espose due disegni aventi il tema dei nuotatori alla I Mostra del Sindacato Belle Arti di Cremona, risentendo del clima di Novecento italiano e in particolare della pittura di Carlo Carrà: Bertazzoli -non va dimenticato- fu anche uno straordinario disegnatore. Il principale motivo ispiratore delle sue opere fu, oltre al cuore e all’occhio dell’Artista, il paesaggio cremonese, nel quale pose in assoluto risalto il Po, che amava profondamente, in alcune occasioni popolato dai bagnanti e dai barcaioli. Bertazzoli riprodusse l’ambiente fluviale prima nei dipinti a olio e nei disegni, alcuni dei quali vivacemente colorati e di intensa espressività (Piccola lanca della Bassa, 1930), poi con la fotografia alla quale si dedicò sempre più ardentemente e con maggiore consapevolezza verso la fine degli anni Quaranta. Era una passione che coltivava già parecchio tempo, attraverso la quale riprese con straordinaria efficacia i paesaggi cremonesi e il Grande Fiume. Socio della Canottieri Baldesio molto conosciuto e rispettato, dedicava gran parte del tempo libero alle uscite in barca con voga ‘alla veneta’ sul fiume e a seguire gli incontri di bocce degli amici: li fotografava durante le fasi di gioco con quella Leica che non abbandonava mai e che negli ultimi anni di vita era diventata uno sfogo delle sofferenze che stava affrontando (fisiche e morali) e allo stesso tempo un umile modo per ricordare o farsi ricordare.
Magro, con le mani che sembravano macigni, riservato, modesto ma ruvido, aspro ma schivo, con la tempra di vero artista, partecipò raramente a mostre personali sia di pittura che di fotografia ma prese parte a varie collettive e a concorsi dove guadagnò alti premi e riconoscimenti sia a livello locale che nazionale e addirittura mondiale. Fu dimenticato come pittore e disegnatore già prima della morte, come fotografo fu celebrato solo postumo. Una frase di Marco Tanzi descrive al meglio quanto Cirillo Bertazzoli dovette sopportare, e come lui tutti coloro che hanno cercato di ‘fare’ a Cremona: “solo questa città può nascondere, dimenticare, cancellare…, lasciando alle solite micro consorterie -che troppo spesso possono per troppo amore falsare un oggettivo giudizio di valore- il dovere di perpetrarne la memoria storica”. Bertazzoli risentì di ciò nel corso della sua carriera artistica ma a queste delusioni seppe opporre l’immensa gioia per l’interesse e la commozione che le sue fotografie suscitavano nel folto pubblico accorso alla sua prima e ultima mostra personale in S. Maria della Pietà (1979) che dovette perfino autofinanziare e organizzare.

Fra le immagini fotografiche memorabili di Cirillo si trovano quelle della ricerca Nudo nel fango, grazie alla quale nell’ottobre 1956 vinse un secondo premio nazionale al concorso indetto dalla ‘Società Fotografica Pinerolese’ per diapositiva in formato Leica; un mese più tardi Bertazzoli e Quiresi si videro selezionati due scatti ciascuno al prestigioso Salone internazionale fotografico di Amsterdam (il terzo cremonese partecipante, Pino Pozzi, vinse la targa di bronzo); una delle immagini presentate da Cirillo fu Rotaie sul fiume. Nell’estate del ’58 si distinse alla mostra internazionale di Pesaro e ricevette la medaglia d’onore al concorso nazionale di Brescia per Colline toscane, mentre l’anno successivo fu la volta della medaglia d’oro per Sguardo sulla strada, opera presentata al X Festival internazionale del Fotocolore di Torino. Nell’agosto del 1961 Bertazzoli venne acclamato dal pubblico che stava apprezzando le sue opere vincitrici al 3° concorso internazionale del fotocolore ‘Ancora d’oro’ (311 concorrenti di 25 nazioni, per un totale di 1244 opere partecipanti): Ombre nomadi, Il canto della lodola, Alla banchina e di nuovo, sopra tutte, Sguardo sulla strada. La stampa specializzata lo definì allora il “poeta della macchina fotografica”, la giuria gli attribuì perfino dei “richiami caravaggeschi” in quella immagine tanto singolare. Prima che finisse l’anno Bertazzoli vinse altri due premi, un argento e un bronzo: il primo alla mostra internazionale fotografica di fiori, piante e giardini svoltasi a Torino, il secondo al XII Festival internazionale del Fotocolore organizzato nella medesima città dalla ‘Società Fotografica Subalpina’. Le opere Piccoli nomadi e Anna affrontarono un esercito di 409 partecipanti da 27 nazioni per 1632 fotografie iscritte. Ormai consapevole delle proprie potenzialità, nel maggio 1962 Cirillo inviò sue diapositive alla ‘Memorial Art Gallery’ di New York (che si andarono a sommare allo strabiliante numero di 6463 fotografie partecipanti): fra i soli quattro autori italiani che videro selezionate proprie opere, Cremona annoverò, oltre a Bertazzoli, anche Pino Pozzi e Alberto Catalano. Bertazzoli ebbe la maggiore soddisfazione in quanto fu premiato con medaglia d’argento (Honor Slide). Un’altra d’oro gli fu conferita all’Ancora d’oro di Pesaro. Altro risultato eclatante arrivò a seguito della partecipazione, in Lussemburgo, all’XI Salone internazionale di diapositive a colori: medaglia d’oro del primo assoluto offerta dalla ‘Photographic Society of America’ per la pluripremiata Finestra sulla strada. Successivamente a questi premi, in particolare negli anni Settanta, non si hanno più notizie di vincite a concorsi; Bertazzoli sembra limitarsi a partecipare a serate di diaproiezioni in ambito locale, sia come singolo autore che in collettive, organizzate spesso in collaborazione tra lo stesso Bertazzoli e il noto fotoamatore dott. Antonio Persico.
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