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COLLABORAZIONI
SANTA MARIA MADDALENA

La chiesa di Santa Maria Maddalena in Cremona


Nel marzo 2010 la Camera di Commercio di Cremona ha pubblicato il volume La chiesa di Santa Maria Maddalena in Cremona, con i testi della storica dell'arte prof. Mariella Morandi, fotografie di Roberto Caccialanza.

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La chiesa sorge nella zona posta alle spalle del Duomo, in un'area anticamente chiamata "la Mosa", perché bassa ed acquitrinosa. Qui, a partire dalla prima metà del Duecento, iniziò a sorgere un nuovo quartiere abitato prevalentemente da pescatori.La chiesa venne eretta attorno alla metà del secolo con l'intitolazione a S. Clemente.
Il culto verso S. Maria Maddalena, che avrebbe nel tempo soppiantato quello del santo titolare, venne introdotto alla metà del XV secolo, quando venne trasportata qui, da un oratorio situato presso porta Ognissanti, una statua della santa, già molto venerata.
Nel frattempo il quartiere si era allargato e vi si erano stabiliti artigiani e piccoli proprietari. Si rese quindi necessario ampliare la chiesa, che i parrocchiani vollero elegante e ben ornata. A progettarla venne allora chiamato Lazzaro Pozzali, uno degli architetti più impegnati, a fianco di Guglielmo e Bernardino De Lera, nel rinnovamento architettonico in senso rinascimentale della città, voluto da Bianca Maria Visconti e da suo figlio Ludovico il Moro. La data di conclusione dei lavori, 21 luglio  1484, ed il nome dell'architetto campeggiano al centro del catino absidale.
La struttura architettonica quattrocentesca della chiesa, che gli interventi successivi hanno solo parzialmente nascosto, presenta sia elementi rinascimentali sia reminiscenze tardogotiche. La pianta è ad aula, con sfondati per le cappelle laterali, la cui altezza originaria, molto maggiore dell'attuale, è visibile solo nelle prime due cappelle vicine all'entrata. Se si considera che anche il pavimento era più basso di 1,50 metri, si può constatare che l'edificio aveva uno slancio verticale molto accentuato. Lo si percepisce ancora nell'elegante facciata a capanna, coronata da svettanti torrette riccamente ornate con formelle in cotto, davanti alla quale è stata scavata una trincea che indica la profondità originaria del basamento.
All'interno il presbiterio prende l'aspetto di un elegante padiglione coperto da una leggiadra volta ad ombrello e sostenuto da esili e coloratissime colonnine, la cui decorazione pittorica è ancora parzialmente conservata. Tralci di foglie e di fiori sottolineano le nervature della volta e proseguono anche nelle prime due campate della navata. Una piccola corte celeste affolla il presbiterio: sono i dodici Apostoli disposti a coppie entro le vele della volta, che affiancano il Redentore e San Clemente (ora nascosti dal polittico collocato in fondo al presbiterio) e, dalla parte opposta, all'ingresso del presbiterio, l'Angelo annunciante,  l'Annunciata e due Profeti.
Il ciclo costituisce la decorazione originaria del presbiterio e risale alla fine del XV secolo. Ad essa si aggiunse, poi, una piccola folla di figure sacre affrescate sulle pareti tra la fine del secolo e l'inizio del successivo, tra le quali, nonostante siano molto ammalorate, si distinguono la Madonna col Bambino tra san Francesco e san Genesio (inizio sec. XVI) e la Madonna col Bambino tra i santi Genesio, Sebastiano, Rocco e un santo domenicano (fine sec. XV).
Ai primi anni del Cinquecento risale il grande polittico di Tommaso Aleni che campeggia sul fondo del presbiterio e che conserva l'elegante cornice intagliata da Giovanni Agostino de' Marchi nel 1503.
Fra il 1623 ed il 1626 la chiesa fu interessata da un vasto intervento di riforma, in linea con il gusto del tempo. Così, su progetto dell'architetto Carlo Mariani, venne alzato il pavimento e furono abbassate le volte delle cappelle che acquisirono l'altezza attuale, le lesene della navata furono ornate con gli stucchi che si vedono ancora oggi, porte e finestre furono rimodellate. L'intervento, che avrebbe dovuto interessare tutta la chiesa, restò però interrotto a causa dell'epidemia di peste del 1630 e non venne più ripreso, lasciando inalterata la struttura del presbiterio e le volte della navata, che vennero solamente imbiancate.
Nel frattempo, nel 1608, al posto della terza cappelle di sinistra, era stata aperta la cappella della famiglia Bonfio, all'ingresso della quale ancora campeggia il grande stemma. Nel tempo la cappella sarebbe stata più volte decorata, fino ad acquisire, alla fine del XVIII secolo, l'aspetto attuale, con la decorazione ad architetture dipinte attribuibili al pittore cremonese Giovanni Manfredini.
Nel corso del generale riordino delle parrocchie operato all'inizio dell'Ottocento, la chiesa di S. Maria Maddalena perse la cura d'anime e venne temporaneamente chiusa fra il 1805 ed il 1808, quando venne riaperta come sussidiaria della vicina chiesa di S. Imerio. In quell'occasione vi vennero traslocate numerose opere d'arte provenienti da chiesa del circondario che nel frattempo erano state soppresse. Di particolare interesse sono la statua di S. Rocco nella prima cappella destra, interessante esempio di scultura lignea cremonese d'inizio Seicento, nella seconda il grande crocifisso ligneo del 1714 e, alla terza l'altare dove si venerano le reliquie di san Geroldo, con una vivace tela di Vincenzo Pesenti (1568) in cui è raccontata l'uccisione del santo pellegrino avvenuta appena fuori dalle mura di Cremona; nel presbiterio l'Assunta fra san Orsola e sant'Anna di Vincenzo Campi (1577), S. Giovanni Damasceno del Genovesino (1648) e la Decollazione del Battista di Luca Cattapane (1597) in controfacciata.
L'aspetto attuale della chiesa si deve ai lavori condotti nel 1964 - 68, durante i quali furono consolidate le strutture della chiesa e furono riportati alla luce gli affreschi quattro e cinquecenteschi.
                                                            
MARIELLA MORANDI


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